Congresso dei laici cattolici dell'Europa dell'Est

"Kiev, crocevia di speranza e di rinnovato slancio missionario".

A Kiev, luogo dell’antico battesimo della Rus’, dall'8 al 12 ottobre 2003 il Pontificio Consiglio per i Laici ha radunato insieme, per la prima volta, circa 300 persone provenienti da 14 Paesi dell’ex Unione Sovietica, guidate dai rispettivi Pastori, insieme a membri di associazioni e movimenti ecclesiali che operano in quell’area geografica, rappresentanti di organizzazioni cattoliche che collaborano con le Chiese dell’Est europeo e osservatori fraterni di altre Chiese e Comunità ecclesiali.

Se, da un lato, il Congresso di Kiev si inscrive nel quadro dei congressi regionali e continentali già organizzati dal Pontificio Consiglio per i Laici in Asia, Oceania, America centrale, Africa, Europa e Medio Oriente, dall’altro si tratta di una iniziativa assolutamente nuova e fino a poco tempo fa impensabile in Paesi appiattiti da decenni di repressioni e propaganda antireligiosa e impossibilitati ad avere contatti e scambi di esperienze normali e stabili con il resto del mondo cristiano.

Tempo di speranza e di audacia

Il Congresso si è aperto, nel pomeriggio di mercoledì 8 ottobre, con la lettura da parte del Nunzio in Bielorussia, S.E. mons. Nikola Eterovic, di un messaggio del Santo Padre, che, ricordando il martirio, «la penosa spaccatura che ha provocato l’asfissia delle comunità cristiane dell’Est», ha sottolineato la nuova responsabilità, affidata ai laici, «di trasmettere alle generazioni future il patrimonio della fede cristiana». «A voi, che siete stati indomiti testimoni della fede ai tempi della persecuzione – ha affermato il Papa – nel tempo della riconquistata libertà religiosa, il Signore chiede di preparare il terreno per una vigorosa rinascita della Chiesa nei vostri Paesi». Un aiuto prezioso in tal senso, ha proseguito, «può venire dalle associazioni, dai movimenti ecclesiali e dalle nuove comunità, dalla cui esperienza sono nati itinerari pedagogici fecondi e un rinnovato slancio apostolico». Rammentando, così, come con il Concilio Vaticano II sia stata riscoperta la responsabilità dei laici nella missione della Chiesa, il Papa ha esortato i fedeli laici a far risplendere Cristo nella vita personale, in tutti quei settori nei quali si opera in favore della pace e per un ordine sociale rispettoso della dignità dell’uomo. Per i laici, ha aggiunto, «questo è il tempo della speranza e dell’audacia » e li ha esortati quindi a fare delle famiglie «vere Chiese domestiche» e delle parrocchie «autentiche scuole di preghiera e di vita cristiana». 

Messaggi augurali al Congresso sono giunti anche da  S. B. Emin. il card. Moussa Ignace Daoud, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali,  e S. Em. il card. Walter Kasper,  Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, e dal Presidente dell’Ucraina Leonid Kuchma. Alla lettura del messaggio del Papa sono seguiti l’introduzione di S.Em. il card.  Stafford e le parole di benvenuto degli Em.mi cardinali Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini, e Marian Jaworski, Arcivescovo di Lviv dei Latini. In un clima festoso, ai saluti e alle presentazioni delle delegazioni si sono alternati canti composti per celebrare la visita in Ucraina di Giovanni Paolo II nel giugno del 2001, l’evento del Congresso, e canti tradizionali ucraini.

Chiamati alla santità

La prima giornata di lavoro, giovedì 9 ottobre, è stata dedicata ai temi centrali della missione del laicato, attraverso due relazioni affidate all’Arcivescovo di Praga, S.Em. il card. Miloslav Vlk (“La missione della Chiesa all’alba del terzo millennio”), e a S.E. mons. Stanisław Ryłko (“Mi sarete testimoni: l’ora del laicato”). Dando una testimonianza toccante degli anni di «forzato laicato» vissuti durante il regime comunista, il cardinale Vlk ha sottolineato potentemente la persona di Cristo come «fonte della speranza», e la necessità di abbracciare Gesù crocifisso nel «sacramento del dolore», per poter comprendere, seguire e annunciare il Risorto. Monsignor Ryłko ha tratteggiato la figura del laico e della sua missione, insistendo sul carattere comunionale ed  ecclesiale della sua testimonianza, in cui vocazione e missione si intrecciano trovando il loro fondamento più profondo nel Battesimo. Egli ha invitato i laici a prendere  coscienza della loro partecipazione alla «triplice missione di Cristo: sacerdotale, profetica e regale. Per essere autentici apostoli e credibili testimoni  di Cristo nel mondo, i cristiani sono chiamati a vivere una profondissima unità tra fede e vita, cioè a vivere la santità. E non si parla di una santità “di seconda categoria”, ma della vera, autentica santità». Nel pomeriggio è seguita una tavola rotonda sul tema “Dalle persecuzioni alla libertà: essere cristiani oggi”, moderata dal moscovita Alexey Youdine. Il filo conduttore degli interventi è stato il riconoscimento – pur nella povertà, nelle difficoltà e nei problemi d’ogni genere che si  riscontrano nelle regioni dell’ex Unione Sovietica –, di un inizio di Chiesa timido e misterioso, ma pienamente reale, che risponde ai desideri e alle attese dell’umanità travagliata di quei Paesi.

Laici nella Chiesa e nella società

Venerdì 10 ottobre, i lavori sono proseguiti con un approfondimento delle modalità di presenza dei laici all’interno della Chiesa e della società. Le due relazioni fondanti sono state affidate all’Arcivescovo di Mosca, S.E. mons. Tadeusz Kondrusiewicz (“La partecipazione dei laici alla vita delle comunità parrocchiali: liturgia e sacramenti, annuncio del Vangelo, testimonianza della carità”) e al prof. Guzman Carriquiry (“Educare alla fede: il contributo delle associazioni dei fedeli e dei movimenti alla missione della Chiesa”). Sulla base del magistero pontificio, monsignor Kondrusiewicz ha tratteggiato analiticamente i compiti e i carismi dei laici nel ministero parrocchiale, appellandosi al sensus Ecclesiae che deve costituire la linfa alimentatrice di ogni attività; il prof. Carriquiry ha offerto i criteri principali su cui si fondano i movimenti laicali (ecclesialità, sintesi tra fede e vita, incarnazione del sacramento comunionale, autenticità cattolica, apertura alla grazia) invitando, sulle orme del Santo Padre, a «fare della Chiesa una casa e una scuola di comunione», e introducendo poi le testimonianze di alcuni esponenti di movimenti ecclesiali invitati. Al pomeriggio, la tavola rotonda moderata dal dott. Jean-François Thiry (Mosca), si è incentrata sul tema “Apostolato dei laici: priorità e impegni”, con numerose testimonianze di missionarietà vissuta nel mondo del lavoro, della scuola, della famiglia e della società.

Sangue dei martiri e semi di vita nuova

La giornata di sabato 11 è stata dedicata a due temi fondamentali nella storia e nella vita delle comunità cristiane di questi Paesi: il martirio e l’aspirazione all’unità. La prima relazione- testimonianza, dal titolo «Il sangue dei martiri, seme di vita nuova: i martiri di ieri interpellano i cristiani di oggi», è stata svolta  da S.Em. il card. Kazimierz Swiatek, Arcivescovo di Minsk. Narrando la  storia propria e della propria Chiesa e tratteggiando con semplicità e commozione episodi di autentico eroismo cristiano, il primate della Chiesa cattolica bielorussa (veterano dei campi sovietici dove ha trascorso 10 anni, dal 1945 al 1954)  ha autorevolmente consegnato ai laici di oggi la missione di testimoniare con totalità Cristo, missione che la sua generazione ha assolto attraverso la resistenza e la fedeltà alla Chiesa a prezzo della vita stessa. La seconda relazione (“Ut unum sint: dono e sfida dell’unità”) è stata affidata al Rev.do padre Jozef Maj, S.J., del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha esposto con puntualità e completezza il magistero papale sull’ecumenismo, sottolineando tra l’altro che questo tema non costituisce una semplice appendice, ma ritorna in tutti i maggiori testi pontifici come una delle dimensioni irrinunciabili del cristianesimo, e ha richiamato allo spirito di preghiera come autentica possibilità espressiva e costruttiva dei necessari passi formali in questo campo. Nel pomeriggio, dopo la tavola rotonda dedicata al  tema “I giovani, speranza della Chiesa e dei  popoli”, moderata dal prof. Viktor Khroul (Mosca), S.Em. il card. James Francis Stafford ha preso la parola per le conclusioni, e anche  i laici partecipanti hanno letto un proprio messaggio conclusivo.

Connotati da un profondo clima di preghiera, i lavori del Congresso sono stati scanditi dalle celebrazioni eucaristiche quotidiane in rito greco-cattolico e latino, presiedute rispettivamente da S.Em. il card. Lubomyr Husar, da S.Em. il card. Marian Jaworski e da S.E. mons. Tadeusz Kondrusiewicz. Momenti particolarmente significativi, la Memoria liturgica dei martiri, in rito bizantino presieduta la sera di  sabato 11, da S.Em. il card. Lubomyr Husar, e la celebrazione eucaristica aperta a tutti i fedeli di Kiev,  presieduta la domenica mattina da S.Em. il card. James Francis Stafford. La consegna a tutti gli astanti, nel corso di questo solenne gesto che ha chiuso il raduno, della Christifideles laici e di un rosario benedetto dal Papa, è stata una sorta di viatico per proseguire il cammino di testimonianza e di missione nel mondo.

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